giovedì 30 marzo 2017

Apprendimento e memoria: L'OBLIO NATURALE


La memoria ricorda tutte le informazioni belle e brutte, a seconda di come le abbiamo memorizzate. Secondo la legge di Ebbinghaus, se il ricordo non viene fissato, tende dopo qualche ora a svanire dalla nostra mente.
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L'oblio è un fenomeno naturale di perdita parziale o totale dei ricordi. A causa di questo oblio sono state create quattro teorie che spiegano i diversi casi di dimenticanza:

  • DECADIMENTO DELLA TRACCIA MNESTICA: secondo questa teoria i ricordi tenderebbero a svanire a causa del deterioramento delle connessioni chimiche.
  • INTERFERENZA O INIBIZIONE: l'interferenza può essere retroattiva e pro-attiva. E' retroattiva quando una nuova informazione rende più difficile recuperare quella precedenza, mentre è pro-attiva quando le informazioni precedenti sbagliate rendono difficile apprendere e ricordare nuove informazioni giuste.
  • PERDITA DELLA VIA DI RECUPERO: quando un informazione viene dimenticata dalla nostra mente ma non è perduta, come una sorte di lapsus.
  • RIMOZIONE: quando i ricordi spiacevoli vengono immagazzinati e dimenticati in parte.

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IL COMPORTAMENTISMO DI WATSON


Lo psicologo John Watson applicò i risultati ottenuti da Pavlon in campo fisiologico. Da i suoi studi è nato il comportamentismo, cioè una corrente di pensieri secondo la quale il comportamento è il frutto di un condizionamento dell'ambiente.
Watson ha negato ogni importanza ai fattori innati.Esso ha compiuto molti esperimenti sia sugli animali che sui bambini.
E' rimasto famoso l'esperimento sul piccolo Albert nel 1920:
  • Mentre Albert (1 anno) gioca con un topolino bianco, Watson con la moglie, provocano un forte rumore
  • Albert spaventato dal rumore inizia a gridare
  • Successivamente Albert grida alla sola vista del topolino bianco
  • In seguito Albert generalizza la risposta e si spaventa in presenza di altri animali dal pelo bianco o addirittura di oggetti lanosi e bianchi.
Risultati immagini per comportamentismo watsonSulla base di questi esperimenti come questo l'apprendimento è considerato un processo automatico, che si sviluppa senza consapevolezza da parte del soggetto.

domenica 19 marzo 2017

L'ESPERIMENTO DI PAVLOV E I RIFLESSI CONDIZIONATI


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Allo studio dei riflessi condizionati, ha dato impulso il fisiologo ed etologo Ivan Pavlov (1849-1936), rappresentante della riflessologia russa.
E' rimasto famoso il suo esperimento sulla salivazione del cane. 
  • Pavlov aziona un campanello e non rileva nessuna secrezione salivare
  • successivamente fornisce al cane una porzione di carne, e il cane inizia a salivare
  • Quindi associa il cibo e il suono del campanello
  • Da quel momento il cane saliva solo al suono del campanello, pur non ricevendo cibo

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Questo tipo di risposta è un riflesso condizionato ciò segnala un'associazione nuova, che è stata appresa tra stimolo e risposta. Al contrario il termine incondizionato segnala una risposta naturale e innata.


Il fenomeno scoperto da Pavlov viene chiamato condizionamento classico ed è una forma estremamente semplice di apprendimento. 

Come apprendiamo: I RIFLESSI INNATI


L'apprendimento è il mezzo con cui noi esseri umani impariamo le nostre conoscenze e le sviluppiamo con le nostre capacità.
Gli esseri umani nascono privi di conoscenze innate, le poche conoscenze istintuali che ha un neonato sono riflessi innati. I riflessi innati sono risposte fisiologiche, non apprese, a uno stimolo.

Alcuni sono fondamentali per la NUTRIZIONE:

  • Riflesso di suzione: i neonati tendono  succhiare qualunque oggetto che vien avvicinato alle sue labbra come se fosse il capezzolo della madre
  • Riflesso di ricerca: per la stessa ragione volge la testa in direzione del lato della bocca che viene sfiorato
  • Riflesso di crawling: quando il neonato viene messo a pancia in giù, esso piega le gambe e inizia a striciare
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Altri svolgono una funzione PROTETTIVA:
  • Riflesso "battito delle palpebre": il neonato chiude gli occhi quando sente un rumore forte
  • Riflesso di pressione: quando il neonato chiude la mano cercando di afferrare l'oggetto che la sfiora
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Altri riflessi di cui la funzione non è del tutto chiara sono:
  • Riflesso di marcia: se il neonato viene sollevato ma con i piedi a contatto con qualcosa, esso simula dei passi
  • Riflesso di moro: quando il neonato è lasciato cadere a pancia in su, esso spalanca le braccia come reazione di spavento

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venerdì 17 marzo 2017

Lo studio della mente e del cervello: LE NEUROSCIENZE



Le neuroscienze studiano la mente a partire dal cervello, però è diversa dalla psicologia perché essa studia la mente e il comportamento degli individui (per approfondire la psicologia)

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Le neuroscienze adottano metodi di indagine con i quali "vedono" che cosa succede nel cervello. Oggi l'uomo, per vedere quello che succede all'interno del cervello, viene fatta al paziente la TAC. Esistono anche altre attività che riescono a  evidenziare alcune aree del cervello, ad esempio la risonanza magnetica nucleare e il flusso ematico celebrale regionale. Queste tecniche confermano la stretta correlazione tra le attività mentali e i processi fisico-chimici del cervello.

Di neuroscienze ne esistono molte, indichiamone qualcuna:

  • NEUROCHIMICA studia il sistema nervoso a livello molecolare e biochimico
  • NEUROBIOLOGIA studia le singole cellule nervose e i piccoli sistemi neuronali
  • NEUROFISIOLOGIA studia la fisiologia del sistema nervoso a livello di gruppi di neuroni,tessuti e fibre nervose di collegamento
  • PSICOLOGIA FISIOLOGICA,NEUROPSICOLOGIA, PSICOFISIOLOGIA studiano aree nervose più estese per verificare alterazioni del comportamento
  • NEUROLOGIA,NEUROPSICHIATRIA studiano aspetti clinici e patologici delle funzioni del sistema nervoso

giovedì 16 febbraio 2017

PERCHÉ VEDIAMO IL MONDO A COLORI?


Il COLORE non è una qualità oggettiva delle cose, ma dipende dal modo in cui la luce è riflessa. 
La Luna, ad esempio, è grigia, e non bianca come appare: se attorno a essa ruotasse un corpo veramente bianco, ci apparirebbe del suo vero colore.



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La luce è formata da onde elettromagnetiche ed intensità, se un occhio rispondesse solo all'intensità di luce, vedremo in monocromatico cioè solo un colore tra il nero e il bianco e variazioni di grigio. Vedere tutti i colori con un apparato biologico costa. Sono state addotate a dei mammiferi marini, balene e foche, questa soluzione economica.

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Alla coppia di colore bianco e nero si unisce una coppia di colore giallo e blu, questa è la visione dicromatica. Viene vista dalla maggior parte degli altri mammiferi, compresi il gatto e il cane e quasi tutte le scimmie del Nuovo Mondo. Tutto quello che vede l'uomo di colore blu, anche il cane lo vede blu, ma tutto quello che noi vediamo giallo, rosso, verde, al cane appare in gradazioni di giallo.

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Noi vediamo a colori perché in un mondo colorato è più facile trovar da mangiare che in un mondo in bianco nero. Andiamo a scoprire meglio il perché:

Si è pensato per molti anni che nei Primati, mammiferi placentati dei quali fanno parte le scimmie e gli uomini, l'evoluzione della visione fosse guidata dalle necessità per individuare molto più facilmente il cibo, ad esempio le bacche e altri frutti rossi, così fosse più facile distinguerlo dalla vegetazione che era tutta verde.

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giovedì 2 febbraio 2017

I QUATTRO STILI EDUCATIVI



Ci sono dimensioni fondamentali del modo in cui il genitore ha delle regole. Ne sono state individuate quattro: 
 PERMISSIVITA'  vs  SEVERITA'
 SOLLECITUDINE vs OSTILITA'
 CHIAREZZA COMUNICATIVA
                                ASPETTATIVE VERSO IL FIGLIO IN TERMINI DI MATURITA' O  IMMATURITA'                                           

Permissività contro severità:   cioè la libertà che i genitori lasciano al proprio figlio;

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Sollecitudine contro ostilità:   cioè il calore affettivo che i genitori mettonono nel rapporto col                                                             bambino
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Chiarezza comunicativa:        cioè il modo in cui il genitore giustifica e chiarisce col figlio le sue
                                                scelte educative

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Aspettative verso il figlio in termini di maturità o immaturità, cioè il genitore propone al figlio il
                                                                                                    giusto comportamento per la sua età

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Incrociando tra loro queste dimensioni ci sono  quattro stili educativi:

Stile autoritario: cioè quando il genitore nonostante è poco disponibile nei confronti del figlio                                        pretende al tempo stesso un comportamento più maturo alla sua età

Stile permissivo: quando il genitore ha uno scarso controllo del suo comportamento sul figlio, il                                     rapporto con esso è molto affettuoso e comunicativo e gli propone comportamenti                                 immaturi alla sua età

Stile trascurante: quando il genitore ha uno scarso controlllo ed ha un freddo rapporto con il figlio, è                               poco comunicativo e ha un basso livello di aspettative

Stile autorevole: quando il genitore ha un controllo, ha un rapporto affettuoso e comunicativo, però                                 allo stesso tempo pretende un comportamento maturo dal figlio



Gli studi sugli stili educativi, hanno avuto molta importanza nel mettere a fuoco le dimensioni del rapporto tra genitore e figlio.
Gli interrogativi che ci sono nella mente del genitore di un adolescente sono infinità. Esso non può intervenire su un determinato problema del figlio. Possiamo dire che nel genitore il "SAPERE COME FARE" e il "SAPERE COME SAPERE" sono due competenze che si intrecciano. Gli psicologi le hanno studiate entrambi, dedicando però più tempo al fare che al sapere, chiamandole così "STILI EDUCATIVI"